TERRE MISTICHE.
ESOTISMO ED ESOTERISMO DEL FRETUM SICULUM
Un libro dalla narrazione serrata ed avvincente, che permette al lettore di viaggiare idealmente lungo tutto il Mediterraneo attraverso i suoi stretti e oltre, partendo dal centro di questa fetta di mondo: il Fretum Siculum, lo Stretto di Messina, immergendosi nella storia di una umanità fatta di volti, lingue, colori, storie e stili di vita differenti.
Prefazione del prof. Daniele Macris
Il
presente saggio di antropologia esoterica e di storia intesa nella sua
più ampia e moderna accezione dota la bibliografia delle città dello
Stretto di un importante strumento, che ha il pregio di condensare in
una narrazione asciutta, essenziale e, insieme, serrata e avvincente le
problematiche mitologiche e storiche che interessano l’ambito vasto
dello Stretto, inteso da Gioia Tauro a Taormina e correttamente letto
come luogo centrale e mitopoietico del Mediterraneo. L’autore, docente
di ruolo e ricercatore affermato, presenta una bibliografia di tutto
rispetto, su cui, in modo del tutto originale, imposta la sua visione
che supera vecchi schemi e imprecisioni per condurre il lettore
interessato e lo studioso alla lettura del meraviglioso settore
terracqueo, con le sue implicazioni mitologiche, culturali,
antropologiche, filosofiche. Circa una cinquantina di fonti antiche,
tra storici, poeti, geografi, biografi, scienziati, materiale
archeologico ed epigrafico greco, latino, egizio, costituiscono il
laboratorio in cui Lupini si muove a suo agio, rivelando al lettore
aspetti insospettati e profondi di una realtà che troppo spesso è stata
letta in modo superficiale e banalizzante, sovente con un eccesso di
approssimazione che disorienta. Il mistero, che è ciò che si deve
tacere, viene svelato nella duplice dimensione esotica ed esoterica,
cioè dell’apporto da lontano, dall’Oriente greco ed egizio, per taluni
aspetti, senza trascurare le piacevoli incursioni nei mondi linguistici
indoeuropei orientali e anche in quello giapponese, che l’autore
padroneggia con agio, e dello scandagliare le tradizioni locali, in
primis la Vara e i Giganti, non più intese come folklore circoscritto e
autoreferenziale, ma inserite, com’è giusto, in una visione ampia, che
rende le due sponde dello Stretto un insieme osmotico, ognuna con le
proprie peculiarità, complementari l’un l’altra, parti di un insieme
unico e inscindibile, che hanno condiviso tutti i momenti della Storia,
a dispetto delle distinzioni amministrative, politiche o ecclesiastiche,
che fanno parte della sovrastruttura transeunte. Così lo Stretto viene
messo in relazione con gli altri Stretti del Mediterraneo, inquadrati
nella loro funzione di passaggio, confine, cerniera geostorica, con
notevoli riferimenti bibliografici. In un Mediterraneo che, per
definizione, è “tra le terre”, importanza fondamentale assumono i popoli
e le civiltà che vi si affacciano e che interloquiscono, non sempre
pacificamente, così vanno le cose, tra di loro. Ittiti, Carî, Egizî,
Cretesi, Micenei, Greci, Romani sfilano con le loro suggestive gesta e
sono esaminati negli aspetti religiosi e sacrali che suggestivamente
rivivono nello specchio di mare da cui sono passati, che hanno a lungo
frequentato, che ha costituito per loro un asse di orientamento certo
nel periglioso navigare tra Oriente e Occidente, tra mostri ed eroi,
canti e leggende, portolani e relazioni di viaggio. La materia
mitologica, presentata in modo esaustivo e interpretata con sicurezza,
viene offerta gradevolmente al lettore e colma tante sciatterie della
divulgazione fine a sé stessa.
L’occhio dello scienziato parte da raffinati ornamenti del Duomo di
Messina per librarci nel bel mezzo della concezione indiana del tempo e
del sole, cioè delle divinità arie e della loro concezione, che ci porta
al culto di Zeus in Asia Minore e a Creta, per poi approdare in Egitto,
con una profonda riflessione, perché lo Stretto, Messina e Reggio,
ebbero rapporti testimoniati e duraturi con ogni angolo del Mediterraneo
e seppero conservare traccia e memoria di queste relazioni non
superficiali. Anche il mondo della natura viene inserito in questa
dinamica e spiegato e letto con occhi nuovi, disvelanti il mistero: le
monete con le diverse edizioni, raffigurazioni, variazioni di conio
costituiscono un notevole spunto di riflessione, come anche l’ampio
excursus sul nome “Peloro”, che viene correlato ad antichi miti tessali
e a frequentazioni religiose ancora persistenti nell’arte del
territorio, non senza un robusto richiamo all’archeoastronomia e al
mito di Orione, suggestivamente illustrato con dovizia di fonti e
corredo cartografico. Anche le origini del coronimo “Italia” vengono
ricondotte, com’è giusto, all’area dello Stretto e discusse con notevoli
e originali approfondimenti.
L’apparato iconografico accompagna coerentemente il testo e costituisce
un notevole supporto alle argomentazioni. Non solo, dunque, uno studio
di nuova e originale concezione per una lettura profonda dell’area dello
Stretto, ma anche un primo passo perché anche elementi mistici e
spirituali dell’età bizantina e postbizantina possano trovare una
lettura “integrale” ed essere restituiti alla loro autentica dimensione
ecumenica.
Messina 24/01/2021
ERRATA CORRIGE |
|||
Pagina |
Rigo |
Errata |
Corrige |
59 |
18 |
l’eroe trascinarli |
l’eroe a trascinarli |
64 |
9 |
immersion |
immersioni |
64 |
26-27 |
pr-omontorio |
pro-montorio |
75 |
21 |
stretto |
Stretto |
109 |
ultimo |
*wl̥kw-o- “luce” |
*wl̥kw-o- “lupo” |
111 |
12 |
dove |
nove |
148 |
23 |
una di confusione |
una confusione |
146 |
6, 7 |
luna |
Luna |
154 |
2, 22 |
luna |
Luna |
162 |
8 |
ex voto |
ex voto |
174 |
13 |
luna |
Luna |
195 |
35 |
luna |
Luna |
197 |
22, 25 |
luna |
Luna |
201 |
20 |
luna |
Luna |